il caso ha voluto
Il caso ha voluto che allo spalancarsi improvviso della porta, tra il letto e la sedia l'aria si spostasse.
Il vortice inatteso e così poco naturale, meccanico oserei dire,
ha fatto scivolare sul pavimento la giacca. Si aggrappava senza convinzione,
con le sue lievi dita di lana, al bordo della sedia e ha ceduto opponendo alcuna resistenza.
Il caso ha voluto che la tasca della giacca rovesciasse il suo contenuto come uno sputo,
facendo rumore, allargandosi non di molto sul legno del parquet.
Un accendino, qualche moneta, un foglio.
No. Non un foglio. Una busta da lettera. Forse un foglio, dentro.
Il caso ha voluto che proprio nell'istante in cui raccoglievo da terra la giacca e la busta da lettera
(con uno strano e pallido tremore dovuto all'incertezza del contenuto),
ecco il caso ha voluto che tu entrassi.
Venendomi incontro, il sorriso ha catturato la mia attenzione.
Un bacio, la giacca di nuovo in terra a far compagnia al contenuto della tasca.
Il caso ha voluto che tutto tornasse in ordine, tranne il dubbio.