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Vicino a te, in silenzio

E vorrei sedermi vicino a te in silenzio. Ma non ne ho il coraggio.

Perché se mi siedo, il peso mi ferma all’angolo.

La molla delle gambe arrugginisce e divora la spinta iniziale.

Non affondo, mi spigolo, scomoda mi scomodo.

Tento scivoli e sussulti in agitata apparenza.

Attendo la proiezione e la sua fine.

Mi fermo qui, dove c’è il buco. Dov’è buio.

Dove non vedo e non vi sento arrivare.

E qui in questo buio, in questo buco. Un po’ di dolcezza per carità.

E toccami. Toccami.

Toccami in questo buco che la vita ha fatto in me, in questo spazio dove non vedo,

non sento parole, non sento che freddo a definire contorni e confini.

In questo buco non c’è sole, non c’è respiro, non ti vedo, non ti sento arrivare.

Toccami Toccami Toccami qui, dove c’è il buco.

Toccami. Non è vuoto, non cadi. È un buco, si riempie. Toccami

Toccami qui dove c’era il posto Quello che avevo preparato

Toccami Toccami qui Qui dove affondi

Qui nello spazio chiamato madre. Affonda e toccami.

Toccami qui dove sono stata/quasi e

mi sono strappata

Sono stata. Non sono stata. Mi sono sfuggita. Mi sono strappata.

Toccami. Ti prego. Qui.

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