il lascito di Amleto
di cosa sei capace?
di cosa parli? di niente, di te, di niente?
in questo spazio ristretto che allarghi con il corpo e con il fiato che ci metti, qual è il dubbio?
ché se non c'è dubbio non mi interessa, non ne ho bisogno. io aspiro all'imperfezione della continua domanda, dell'insoluto che ti sposta sempre di un passo.
più mi sento stretta nell'assedio dei giorni, di un tempo che si sta mangiando tutto, più ho necessità di chiedere, dubitare, evitare la certezza di un teatro che mi dà tutte le risposte.
vorrei un teatro che cerca ancora. che ci spoglia nella ricerca di una verità.
la verità di quella sera, di quell'ora che si mostra, la verità di quell'ultima maschera che sappiamo non ci toglieremo. quella maschera che siamo, l'ultimo trucco. e poi domani...e poi domani ancora...e poi domani ancora una nuova domanda, ancora una. ancora una domanda. forse sempre quella.
di cosa parlo? cosa racconto? di cosa?
di niente, di me, di niente, di un corpo, di niente, della Storia, di niente?
sono capace di raccontare? o è solo una sopravvivenza?
sono capace di domandarmi ancora?
sopravvivo se dubito?
è questo che ci ha regalato Amleto, la domanda, il dubbio, la ricerca della verità. fino alla follia, forse, o alla inquieta saggezza.